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Il cibo surgelato è sul menu del giorno per milioni di famiglie in tutto il mondo e la sua popolarità è molto alta. Al contrario è poco conosciuta la storia di Clarence Birdseye, considerato l’inventore dell’industria moderna dei surgelati.

Nato nel 1886 a Brooklyn, il biologo e inventore si trasferì per lavoro nella inospitale regione del Labrador, sull’isola Terranova nel 1912. Qui restò affascinato dal metodo di conservazione degli alimenti – il pesce in particolare – praticato dalla popolazione locale degli Inuit.

Notò che questi pescatori, che praticavano un foro nello spesso strato di ghiaccio che copriva i bacini, riuscivano a congelare il pescato immediatamente, appena questo veniva a contatto con l’aria fredda a -40°C.
Quindi il pesce veniva trasportato nelle varie abitazioni e anche a distanza di giorni o settimane manteneva il sapore originale, quasi come fosse stato appena pescato.

Questo però poteva funzionare lì, in quella terra inospitale. A New York sarebbe stato decisamente molto più complicato.

L’industria dei surgelati all’inizio del ‘900

All’epoca la tecnica di conservazione consisteva nel congelare il cibo molto lentamente per diversi giorni, con temperature appena inferiori al punto di congelamento. Quando poi si andava a scongelare il cibo per consumarlo, i prodotti avevano una consistenza granulosa ed incline a marcire molto in fretta. Per cui solo il cibo di bassa qualità veniva congelato ed i prodotti congelati venivano venduti ad un prezzo molto più basso rispetto ai prodotti in scatola.

Birdseye comprese che quanto appreso nel gelido clima del Labrador potesse essere sfruttato per scuotere radicalmente il mercato.

Tornato negli States nel 1917, trovò impiego alla US Fisheries Association. L’obiettivo primario della dirigenza era trovare soluzioni per congelare il pesce al meglio e renderlo così più appetibile per il mercato.

Birdseye sapeva che la scarsa consistenza del pesce congelato derivava dal metodo di congelamento lento. Si formavano infatti grandi cristalli di ghiaccio che erodevano le cellule dei tessuti al contrario dei pesci congelati all’istante (come nel Labrador) in cui i cristalli risultavano molto più piccoli e quindi non danneggiavano i tessuti e mantenevano la freschezza del prodotto.

Nonostante gli sforzi però Birdseye era ancora lontani dal raggiungere risultati soddisfacenti. Per questo, nel 1922, decise di mettersi in proprio e fondò la Birdseye Seafoods, con lo scopo di rivoluzionare il mercato del cibo surgelato.

L’invenzione

Negli anni 20 mise a punto un nuovo metodo di congelamento a doppia cinghia: due nastri refrigerati di acciaio inossidabile trasportavano il pesce che si congelava velocemente. Poi trovò un modo di confezionare il surgelato con un materiale che lo proteggesse dall’aria e dall’acqua: il cellophane, un’invenzione francese relativamente nuova all’epoca, e per un certo periodo Birdseye fu l’unico cliente della ditta Dupont, sua prima produttrice, prima che gli involucri di cellophane diventassero una caratteristica standard dei beni di consumo americani.

Risolto il problema del confezionamento, Birdseye nell’estate del 1927 congelò 1,6 milioni di chili di pesce. Contemporaneamente realizzò il primo “freezer“, precursore dei moderni congelatori, che arrivò nei punti vendita nel 1928. L’anno dopo fondò la società Birds Eye, che cominciò a lavorare a pieno regime, congelando e immagazzinando 27 diversi tipi di alimenti: dalla carne al pesce, dalla frutta ai piselli.

Rimaneva a quel punto la cosa più importante: convincere gli americani ad acquistare i surgelati. Birdseye investe in pubblicità, che promette il lusso di mangiare verdure fuori stagione e frutti di mare dal sapore fresco in tutti gli Stati Uniti.

6 marzo 1930: una data storica

La prova con il grande pubblico arriva il 6 marzo 1930: in alcuni negozi di Springfield, Massachusetts, Birdseye offrì ai consumatori filetti di merluzzo e altri 17 tagli di carne e pesce, oltre a frutta e verdure come spinaci e piselli, “meravigliosamente verdi come li vedrete la prossima estate”.

Da quando, nel 1984, l’allora presidente americano Ronald Reagan proclamò per la prima volta il 6 marzo “Giornata dei Surgelati” per onorare il significato sociale di questa invenzione, l’industria di tutto il mondo celebra ogni anno tale data.

I surgelati sono diventati parte integrante dell’alimentazione quotidiana. Compresa quella di noi Italiani:

  • oltre 25 milioni di famiglie consumano surgelati (il 95,5% del totale)
  • 13,9 chili è il consumo pro-capite annuo
  • vegetali, patate, prodotti ittici, pizze e snacks, piatti ricettati sono le tipologie di cibo più consumate in ambito domestico.

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